La morte, le campane e il jazz

Din. Pausa lunga. Don. Pausa lunga. Don. Pausa lunga. Dan. E a quest'ultimo danla pausa è ancora più lunga e riflessiva. E’ finito il cerchio. Poi riparte. Din-pausa-don-pausa-don-pausa-dan. Il primo din è acuto mentre il suono successivo è basso ed è proprio questa discesa nel tono che mi avverte: è successo qualcosa di triste. E così intuisco. A me non l’hanno mai detto, ma quando ho iniziato a sentire le campane di Santa Maria delle Carceri suonare così, ho capito che queste dovevano per forza essere le famose “campane a morto”. Da quando ho l’ufficio qui mi capita di sentirle regolarmente, quasi un giorno si e uno no. La morte è presente e frequente. Nonstante tutti i nostri tentativi di dimenticarlo. E questa campana ce lo ricorda. Spesso mi sono chiesta se è il prete a suonare la campana  o se invece c’è un congegno elettronico e basta premere un pulsante. E se così fosse, mi chiedevo allora, chissà cosa ci sarà scritto sui vari pulsanti: messa, Pasqua, Natale, morte.... 

Anche oggi la campana ha suonato. Mi sono presa un attimo di pausa per salutare la persona a cui questi suoni erano dedicati. Forse un bimbo, forse un’anziana signora, forse un emigrato morto lontano dalla sua terra. Mentre ero presente a questo saluto è passato in corridoio uno dei nostri studenti di musica e l’ho sentito che tra un din e un don c’ha infilato lo schiocco delle dita. Poi in un attimo ha aumentato il ritmo e ha iniziato a canticchiare il motivetto:din-stac-don-stac-don-stac-dan. E ancora: din-stac-don-stac-don-stac-dan. Mentre passeggiava nel corridio i suoi passi adavano a ritmo ed ho avuto la certezza che sarebbe andato giù, nell’aula a provare la nuova melodia aggiungendoci qualche ricamo: din/stoc-stoc-don/stoc-stoc-don/stoc-dan/stoc e poi din-dududap-don-dududap-don-duddap-dan-dan. E poi nella mia testa è partito un assolo con coro e battiti di mani, una tromba e l’immagine di gente sorridente. Insomma un inno alla vita. Perchè alla fine, la celebrazione della morte, appunto, mi sembra proprio un inno alla vita.  Grazie musica...

(originalmente pubblicato 22 novembre 2007)