Malattia

L’accanimento ossessivo della mia epoca sul presunto mantenimento del corpo e soprattutto sull’aspetto apparente del corpo vorrebbe esorcizzare la morte e, soprattutto, la malattia. Abbiamo perso il carnevale, l’inferno e il paradiso, abbiamo perso Dio e l’anima, abbiamo perso l’umiltà adesso stiamo perdendo la vita, che si può manifestare solo con la ciclicità della crescita e maturazione. Ci rimane, in quest’inganno culturale, l’illusione che solo il tangibile sia importante, solo il razionale sia credibile aggiungendo ai vecchi il tabù della scienza: ciò che non è dimostrato scientificamente non ha valore. E così ci si trucca, ci si maschera da immortali. Non mi stupirebbe se iniziasse ad andare di moda persino tingere il pelo al proprio cane/gatto/furetto pur di nascondere le tracce di corruttibilità del corpo.   

La malattia e’ ricerca di salute. L’artista e’ un ammalato che cerca di non soffrire, l’arte e’ la sua medicina, il suo sollievo, la sua schiavitù, la sua fonte di insicurezze e instabilità emotive.

(originalmente pubblicato 20 maggio 2010)