Spiegare

Spiegare vuol dire, distendere ciò che è ripiegato, rendere manifesto, esporre e quindi far capire, (e)semplificare. E’ legata a questa interpretazione del verbo l’espressione, usata spesso, “bisogno di aprirsi”, per indicare la necessità di svelarsi o mostrarsi. Necessità tanto più visibile, di questi tempi, in cui, si condividono sui social network, foto e descrizioni di quel sé che si é o che si vorrebbe essere. Aprirsi vuol dire anche guadagnare spazio, allargarsi verso l’altro, conquistare territori nell’intimità altrui che vorremmo pronta ad accoglierci.

Il verbo spiegare, può anche riferirsi all’azione di disporre in linea persone o forze armate per difendere per esempio un territorio. Un verbo denso, che si riferisce all’apertura ma anche alla protezione. Quando si cerca di spiegare, si cerca una comunione con l’altra persona, si cerca intimità e soprattutto si cerca accettazione. Si desidera essere accettati nonostante la complessità o presunta inspiegabilità che ci caratterizza. A volte però capita che, dall’altra parte, non si trovi un recipiente compatibile o attrezzato ad accogliere le nostre parole e le nostre spiegazioni. Troviamo un’altra lingua, sordità o muri di altre spiegazioni, altre parole o dispiegamenti di forze che vogliono, a loro volta raccontarsi, ma così facendo, non permettono di entrare. Così, piano piano, il territorio su cui questi tentativi di condivisione vengono giocati, si trasforma da, giardino di giochi a campo di battaglia. Il campo di incontro/scontro si estende, si allarga sempre più fino a che, si arriva un giorno, ad accorgersi che non si vede più, dall’altra parte, la persona dentro alla quale vorremmo entrare o alla quale volevamo, almeno, avvicinarci. A quel punto, spesso, i tentativi di spiegare decadono. Il giardino si trasforma in campo, poi collina e a volte montagna o persino ghiacciaio. Ognuno separato oramai dallo spazio di incomunicabilità su cui non ha più alcun senso dispiegare il piccolo fazzoletto che siamo. E ognuno continua il proprio percorso caricandosi sulle spalle, più o meno consapevolmente, il peso della frustrazione di non essersi “spiegato” bene. 

(originalmente pubblicato 5 novembre 2013)