Femminile e maschile. Il senso vuoto delle parole (nella moda)

Le parole, definiscono il mondo, se non ci fossero le parole, non avemmo la possibilità di parlare, di niente. Ma il mondo gira, e le parole stanno ferme, le parole si logorano invecchiano, perdono di senso, e tutti noi continuiamo ad usarle, senza accorgerci di parlare di niente.

Questa frase non è tratta da un saggio di linguistica o da un articolo di Umberto Eco. No. È un brandello della famosa canzone di Giorgio Gaber Cos'è la destra, cos'è la sinistra. Come un giullare di corte, già nel 1995, il cantautore puntava il dito a farci notare che sì, il re è decisamente nudo e che certe presunte appartenenze continuano ad essere dichiarate nonostante non abbiano più alcun senso. 

E in molti si stanno finalmente rassegnando al fatto che le due magiche paroline, "sinistra" e "destra", hanno ancora significato solo in caso di goffe indicazioni stradali (che nessuno chiede più che tanto c'è Googlemap). Parole vuote quindi, tenute appese come scialuppe di salvataggio sul Titanic linguistico che cede all'illusione di poter navigare la liquidità di questi tempi. Argini che non possono più contenere l'esondazione della realtà fuori dalle categorie dell'uomo illuminato che, accettato suo malgrado di non essere al centro dell'universo, deve adesso orientarsi in un oceano non mappato e pieno di navi di profughi.

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